Vitamina D vs. CoViD-19: quale verità?

23.11.2020

La vitamina D è una delle vitamine liposolubili, cioè che si sciolgono nei grassi. È naturalmente presente soprattutto nei pesci grassi (es. salmone, tonno, pesce spada), nel tuorlo d'uovo, nel fegato di manzo ma in gran parte viene prodotta e accumulata dal nostro organismo attraverso l'esposizione della pelle ai raggi solari (a partire dal colesterolo che è un suo precursore).

E' coinvolta nella regolazione del metabolismo osseo e per questi motivi i soggetti con livelli carenti di vitamina D rischiano di avere le ossa fragili, condizione che negli adulti porta all'osteoporosi e per questi motivi spesso deve essere assunta come integratore.

La vitamina D, inoltre, è anche un importante attivatore e regolatore del sistema immunitario tant'è che dall'inizio della pandemia si è iniziato a parlare dei possibili benefici che tale vitamina potrebbe avere sui pazienti malati di CoViD-19.

Alcuni studi evidenziavano un possibile effetto protettivo della vitamina D sullo sviluppo di infezioni respiratorie o si basavano sull'azione di stimolo che essa ha verso la risposta immunitaria con un ipotetico effetto antivirale, ma i risultati ottenuti sono apparsi contrastanti e poco attendibili.

Inoltre, nei ricoverati in condizioni critiche era frequente trovare livelli di vitamina D bassi e spesso questa carenza veniva collegata alla più elevata mortalità da CoViD-19, specie nell'Italia del Nord. In seguito si è ritenuto più logico associare la carenza di vitamina D come conseguenza della malattia e delle cattive condizioni del paziente e non come la causa della situazione compromessa.

Al momento non si hanno evidenze scientifiche certe, quindi l'ipotesi della somministrazione di vitamina D per combattere un'infezione da SARSCoV- 2 o migliorarne l'evoluzione polmonare è ancora priva di evidenze scientifiche solide.

L'epidemia da CoViD-19 ha creato una crisi sanitaria pubblica globale. Poco si sa sui fattori protettivi di questa infezione. Pertanto, sono assolutamente necessarie misure sanitarie preventive che possono ridurre il rischio di infezione, progressione e gravità.

Ad oggi gli unici strumenti efficaci a nostra disposizione sono il distanziamento sociale, l'uso corretto della mascherina e il lavaggio frequente delle mani. Al momento non ci sono cure definitive e l'arrivo del vaccino sembra al momento l'unica strada percorribile per fermare questa pandemia mondiale.


Riferimenti bibliografici:

  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32605780/.
  • Ministero della Salute. Covid-19 - Attenti alle bufale. https://bit.ly/3dyuSls .
  • Ricca J. Coronavirus, studio dell'Università di Torino: assumere più vitamina D per ridurre il rischio di contagio. La Repubblica, 26 marzo 2020.
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  • Cobbold PH. Rapid response to BMJ. BMJ 2020; 368: m810.
  • Martineau AR, Jolliffe DA, Hooper RL et al. Vitamin D supplementation to prevent acute respiratory tract infections: systematic review and meta-analysis of individual participant data. BMJ 2017; 356: i6583.
  • Giustina A, Formenti AM. Re: Preventing a covid-19 pandemic. Can high prevalence of severe hypovitaminosis D play a role in the high impact of Covid infection in Italy? BMJ 2020; 368: m810.
  • Da Cas R, Formoso G, Maestri E. Vitamina D e Coronavirus: non prove ma solo ipotesi. Scienza in Rete, 1 aprile 2020. https://bit.ly/2SZRG5O .


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