La "dieta" Lemme: novità scientifica o marketing?

17.05.2020

Spesso mi ritrovo a parlare con i miei pazienti che mi chiedono chiarimenti sulla dieta con "la pasta a colazione" oppure "i limoni o le cipolle fritte a colazione" ovvero la "DIETA" LEMME, dal nome del farmacista venuto alla ribalta TV negli ultimi anni.

Ma in cosa consiste questa dieta?

Brevemente e senza entrare dello specifico, si tratta sempre di un regime alimentare che se funziona e porta a dei risultati in termini di dimagrimento è perchè crea un deficit calorico sfruttando i meccanismi molecolari che sono comuni alle DIETE CHETOGENICHE

In questo tipo di approccio dietetico le calorie non vengono considerate direttamente e solo apparentemente sembra di poter mangiare "a sazietà".

Infatti vengono attuati alcuni "trucchi psicologici" che permettono un maggior controllo della fame e una diminuzione spontanea dell'assunzione di cibo.

Ad esempio, per aiutare il paziente a mangiare di meno viene concessa l'assunzione di un solo tipo di alimento alla volta "ad libitum", ma è praticamente impossibile mangiare quantità immense dello stesso alimento o dello stesso pasto (per vari motivi, psicologici, emozionali. ecc.).

Anche se viene concesso il piatto di pasta (contentino una tantum) dovrà essere senza condimenti, senza un contorno in verdure o un secondo piatto, magari da mangiare anche in orari improponibili: 

  1. quanto appetibile potrebbe essere un piatto di pasta scondito, specie se a colazione?
  2. In quanti lo mangerebbero? 

Poi, mangiare ad esempio cipolle, limoni, bere tè o tisane significa sostanzialmente digiuno!

Questo perchè a corollario di questa strategia dietetica è necessario che anche gli alimenti non siano particolarmente palatabili (specie se ricchi in carboidrati), quindi, all'atto pratico non si tratta più di pasti "ad libitum" come potrebbe sembrare ...

In definitiva, al netto delle strategie di maketing questo metodo dietetico non introduce granchè di nuovo oltre a quello che la comunità scientifica conosce e che da decenni risulta pubblicato in letteratura.

Al netto delle basi scientifiche, sono i termini di attuazione pratica (rispetto un approccio chetogenico "originale" e ponderato) che stanno facendo storcere il naso (ovviamente) ai professionisti del settore e agli Ordini di categoria che vedono passare messaggi equivoci a potenziale scapito della sicurezza dei pazienti.


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